In primo luogo: che cos’è la cartella sanitaria? Si tratta di un documento redatto dal medico competente del lavoro in occasione di ogni visita fatta ai lavoratori sottoposti alla sorveglianza sanitaria. Per emettere il certificato di idoneità alla mansione, il medico deve infatti visitare il lavoratore e, in base alla visita clinica e a quanto affermato dal lavoratore, prepara la cartella sanitaria e di rischio che, come dice il nome, riguarda la salute del lavoratore e i possibili rischi in cui può incorrere sul lavoro. Ricordiamo che il lavoratore deve portare al medico competente qualsiasi referto o altra documentazione sanitaria in suo possesso utile alla valutazione per l’idoneità alla mansione e alla sua salute.
La cartella sanitaria e di rischio è quindi un documento importante che deve sempre accompagnare le visite. Principalmente, essa fornisce informazioni utili al medico per capire i cambiamenti nella salute dei lavoratori che deve valutare, e deve essere sempre mantenuta completa e aggiornata dopo ogni visita.
Secondo quanto previsto dal Decreto legislativo 81/2008 in merito alla salute e alla sicurezza sul lavoro, la cartella sanitaria e di rischio deve contenere:
Trattandosi di un documento contenente informazioni personali sanitarie, è sottoposto al segreto professionale e alla legge sulla privacy, e può essere consultato solo da personale autorizzato (come, appunto, il medico competente e lo staff medico che si occupa della conservazione e dell’archiviazione della documentazione) e dal diretto interessato, ovvero il lavoratore.
Infatti, il lavoratore ha il diritto di richiedere la propria cartella sanitaria e di rischio in qualsiasi momento, e ha altresì il compito di richiederla al momento delle dimissioni e al passaggio a un nuovo datore di lavoro, per consegnarla al nuovo medico competente che lo visiterà come previsto dal Decreto-legge 48/2023, che prevede anche l’obbligo per il precedente medico di rilasciare la cartella.
È importante sapere che il datore di lavoro non può consultare la cartella sanitaria di un dipendente ma ha l’obbligo di conservarla per dieci anni dopo la conclusione del rapporto di lavoro in busta chiusa. A questo proposito, al momento della nomina del medico competente, il datore di lavoro e il medico si accordano per stabilire il luogo in cui conservare le cartelle sanitarie dei lavoratori, se presso lo studio del medico o presso l’azienda.
Se le cartelle vengono conservate presso l’azienda dovranno essere consegnate al datore di lavoro in buste sigillate in modo da garantire il segreto professionale.
Riferimenti legislativi:
“Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro”, Decreto legislativo 81/2008;
“Codice privacy”, Decreto legislativo 101/2018;
“Misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro”, Decreto-legge 48/2023.
A cura di Emanuela Burigo