Spesso, nel linguaggio comune, si ha la tendenza a considerare le parole pericolo e rischio come sinonimi, parole praticamente del tutto uguali, ma è davvero così?
Se si va a controllare su internet o, meglio, su un dizionario, si trova:
pericolo: circostanza o complesso di circostanze da cui si teme che possa derivare grave danno;
rischio: eventualità di subire un danno connessa a circostanze più o meno prevedibili.
(Vocabolario Treccani online)
Vale a dire che non sono proprio la stessa cosa, anzi: sono due concetti diversi anche se strettamente legati tra loro.
Avere ben chiara la differenza ci aiuta a capire molti concetti della sicurezza sul lavoro, ma anche a capire articoli, post sui social, video, ecc… di divulgazione scientifica o sulla salute o sull’alimentazione, fino a poter individuare quelli allarmistici o di disinformazione o vere e proprie fake-news.
Partiamo con un esempio: prendiamo un animale feroce, tipo una tigre: è decisamente pericolosa, se attacca un uomo può azzannarlo o colpirlo con gli artigli provocando ferite o, peggio, la morte del mal capitato. Questo fa parte della natura di un carnivoro di così grandi dimensioni che vive allo stato selvaggio; quindi, possiamo dire che la tigre è un pericolo per l’uomo. Ma un conto è se una persona vive in Malesia o in Bangladesh, o in una qualsiasi altra nazione asiatica in cui la tigre è molto diffusa, ma un altro è se si vive a Torino o a Cremona, o in qualsiasi altra parte d’Europa, dove la probabilità d’incontrare una tigre è pressoché zero e le uniche presenti non si trovano libere in natura, ma sono tenute in spazi protetti da sbarre o simili.
A questo punto, possiamo sicuramente dire che la tigre è un pericolo in sé, ma il rischio di ritrovarsi faccia a faccia con una di esse dipende da dove si vive.
Cerchiamo ora di generalizzare i concetti: il pericolo è la capacità di un oggetto, una sostanza o un evento di danneggiare, nuocere le persone o le cose, mentre il rischio è la possibilità che il pericolo si concretizzi.
Vediamo ancora un paio di esempi concreti per togliere ogni dubbio.
Prendiamo la corrente elettrica: essa può essere un pericolo perché si può rimanerne folgorati. Fortunatamente, a casa come sul posto di lavoro, i cavi elettrici sono ricoperti da una guaina isolante che ci protegge da essa. Ma se la protezione è rovinata perché il cavo è stato schiacciato o la guaina si è tagliata e i cavi elettrici sono scoperti? Ecco che aumenta drammaticamente il rischio di folgorazione.
E ancora: alcune sostanze detergenti, come i comuni detersivi per la casa, possono essere corrosive e, quindi, un pericolo se ingerite. Per questo, esse sono contenute in flaconi ben distinguibili con etichette che ne indicano la pericolosità
e un tappo che non si svita facilmente: ciò evita che le si beva senza accorgersene perché ci permette di riconoscerle. Però, se una persona ha bisogno solo di un po’ di questo detergente e per comodità ne travasa un piccolo quantitativo in una normale bottiglietta d’acqua, ecco che con un contenitore normalmente associato all’acqua da bere, senza etichetta, con un tappo che si svita facilmente, viene ad aumentare il rischio che qualcuno lo beva inavvertitamente.
In questo articolo abbiamo cercato di darvi una breve descrizione della differenza tra pericolo e rischio, concetti che vengono estesamente discussi nei nostri corsi di Formazione per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro.
A cura di Daniele Biglino